lunedì 10 settembre 2007

Dal vostro inviato

Sabato 8, ore 14.30. Dopo un frugale pasto a base di gnocchi con pancetta, prosciutto, lardo di prosciutto, finocchietto e cipolla soffritta, partiamo alla volta di Milano. Le colline ci sorridono, le strade si stendono al nostro passaggio e gli animali, almeno quelli che non abbiamo mangiato, ci augurano buon viaggio.

Ore 15.30. E' bello vedere che così tanti truzzi affollano tutt'ora la riviera, tenendo alta la bandiera della civiltà occidentale e il prestigio del maschio italico con le loro maglie rosa, le loro sgrammaticate e sfortunate avances a turiste straniere sedicenni, ma soprattutto con la loro corretta e capace guida sportiva che causa incidenti e code e rischi di farci arrivare a Milano domattina. Viva i truzzi, eh. Appunto: ricordarsi di demolire Rimini, deportarne gli abitanti marchiati a fuoco, maledire le rovine, poi rientrare in A14 a Rimini Nord.

Ore 17.00. Finalmente Bologna! Terra promessa dei marchigiani! Luogo di alta civiltà e infinito fascino! Gioia degli occhi e del palato! Eh, devo proprio fare la cacca. Al bagno sfoglio Internazionale (ci tengo a precisare che sono uomo di cultura; mi leggono anche delle donne).

Ore 19.30. Avvistiamo il Meazza: che bellezza! Che mole! Che maestosità! Chissà quanti dindi ce boccherìa, a facce no stipo.

Ore 20.30. All'interno dello stadio, parte un commosso ricordo del maestro Pavarotti sulle note del Nessun Dorma.

Ore 20.31. Davvero commovente.

Ore 20.32. Emozionante.

Ore 20.34. Partecipo sentitamente al dolore della famiglia e continuo a rispettare il religioso, toccante e interminabile silenzio.

Ore 20.37. Sì, però muoiono svariati modenesi ogni giorno, se facciamo così anche per loro giocano dopodomani.

Ore 20.40. Entrano in campo le formazioni. I francesi non sono riusciti ad arrivare a undici neanche questa volta. Per fortuna alcuni negri si sono generosamente prestati ad aiutarli. Che grandi, i negri.

Ore 20.42. Partono due marcette insulse: l'una viene fischiata dalla maggiorparte dei presenti, l'altra cantata a gran voce. Curioso (appunto: togliere la cittadinanza a chi canta anche poropò-poropò-poropoppoppoppoppò).

Ore 20.45. Inizia il grande confronto!

Ore 21.00. La nazionale campione del mondo difende il suo blasone, il suo titolo, la classe dei propri giocatori costruendo a getto continuo pregevoli azioni da gol; la Francia rintuzza gli attacchi, ribattendo colpo su colpo e facendo tremare lo sportivissimo pubblico di San Siro, che incita i propri beniamini ma applaude anche gli avversari.

Ore 21.01. Fine dello svarione. Ritorno nel pozzo dell'Armata delle Tenebre a veder giocare l'Italia.

Ore 22.35. Questa sera mi sono davvero divertito, seguendo il notevole spettacolo offerto dalle squadre in campo e dallo sportivissimo pubblico di San Siro. Quasi quanto quella volta che un tossico mi ha punto durante una rapina. E hanno anche ammonito Gattuso.

Domenica, ore 07.45. Alessandro Del Piero apprende con stupore dall'anziano maggiordomo Gualtiero che il giorno precedente è stata giocata una partita della Nazionale e che lui era anche titolare. Alza un sopracciglio, poi risistema i guanciali e torna a leggere il Sole 24 Ore.

Ore 17.00. Stadio Del Conero, Ancona-Lucchese 2-0. Mi riconcilio con il grande spettacolo del calcio e con la bellezza dello sport, che è soprattutto nel massaggio di fratellanza che esso sa dare. Alla faccia di quei macellai simulatori scorretti e lamentosi della Lucchese, ecco.

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