domenica 22 giugno 2008

Giampaolo Pansa, uomo di sostanza!

Dopo i libri-verità "Il sangue dei vinti" e "I tre inverni della paura" l'esimio giornalista Giampaolo Pansa ha avuto il coraggio di aprire un altro squarcio nella storia ufficiale, quella imposta al mondo dai vincitori, per fare luce su quella che fu la vera realtà dei difficilissimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Avendolo aiutato ad attraversare la strada, gli autori di sBlog sono riusciti a leggere, e a commentare per voi, il manoscritto in anteprima.

FRITZ MEISTERSCHALE: LA GUERRA PERSA, LA PARTITA ANNULLATA

Ambientato in uno sconosciuto paesino dell'Europa centrale, il nuovo romanzo di Giampaolo Pansa narra la storia di 10 ragazzini tedeschi in vacanza durante gli anni '40, presentata a noi attraverso gli occhi del più giovane di essi, Fritz appunto.
La vita nel villaggio scorre tranquilla, pur con gli echi della terribile guerra in corso. Tra corse nei boschi, primi amori e scenette rurali, ci viene offerto un affresco vivissimo della vita quotidiana del tempo, in cui sempre però l'abile mano del giornalista riesce a riflettere gli ideali e le pulsioni di una società coinvolta in una delle più grandi tragedie della storia contemporanea. I 10 ragazzi protagonisti, forti e spensierati come i giovani di ogni epoca, trovano infatti proprio nell'amicizia reciproca quella guida venuta meno con la scomparsa dei loro padri, richiamati al fronte (e di cui giustamente l'autore non dà notizie più precise, a dimostrazione di quanto a volte una insondabile incertezza sia mille volte più tremenda di una terribile verità). La partita a cui si allude nel titolo sarebbe dovuta essere proprio il coronamento di questa loro unione spirituale. Epica rappresentazione dell'incontro-scontro di ogni essere umano con i suoi simili; coerente sublimazione di quella realtà fatta di fratellanza, amori, odi, fedeltà e passioni. Ma è proprio a questo punto che la guerra entra brutalmente nelle giovani vite di Fritz e del suo gruppo, cancellando per sempre dai loro animi l'ingenuità adolescenziale. L'appuntamento: un sabato mattina al campetto coperto di Auschwitz. Là però Fritz e i suoi amici troveranno altri ragazzi ebrei che avevano occupato abusivamente la struttura, impedendo con ciò l'accesso a chiunque altro. In migliaia, chiusi all'interno di quello che per un giorno soltanto sarebbe potuto diventare il Maracanà dei 10 inseparabili commilitoni, si frapposero così tra Fritz e i suoi sogni. Approfittando del caos generato dal conflitto, questi figli di Giacobbe si erano ingiustamente impadroniti del territorio demaniale su cui prima sorgeva la moderna struttura ludica. E allora: la descrizione di intere zone di campo devastate dall'ostinata creazione di migliaia di fosse comuni (e l'autore ricorda come il solo Fritz assisterà, ormai vecchio e logoro, alla rizzollatura definitiva), le docce manomesse e gli spogliatoi devastati, i cadaveri nelle aree di competenza dei 2 portieri (Hans e Knut, descritti qui, con la loro rabbiosa incredulità, in uno dei passaggi più tragici dell'intera opera). Insomma la protervia della guerra che assale giovani uomini innocenti, colpevoli soltanto di non voler abbandonare le proprie comprensibili passioni. Eppure questi ragazzi, sgomenti di fronte all'ingiustizia subita, non potranno fare altro che annullare il loro incontro, tra le grida di scherno di rabbini, banchieri ed usurai. Una frattura insanabile che sarà capace di oscurare per sempre un'amicizia fino ad allora incrollabile e di segnare per sempre le loro vite future.
Le loro grigie camicie non si sporcarono quel giorno, i loro superiori non li dovettero riprendere per un ritardo che tutti invece si attendevano (dovuto magari a quella birra, consumata al pub discutendo del match, che Klaus, figlio di un ufficiale, era solito offrire agli altri). Tutto questo reso ancora più amaro dalla consapevolezza che fino ad ora nessuno aveva avuto il coraggio di raccontare questa storia "scomoda". Ora però il libro di Pansa arriva coraggiosamente a fare luce su questa terribile vicenda umana. E da adesso nessuno di noi potrà più dire: "Io non lo sapevo".

4 commenti:

metalmeccanico ha detto...

A volte mi chiedo se il revisionismo si sia spinto troppo in là, meno male che Pansa c'è!

Anonimo ha detto...

sono un amico di Firenze, Alberto. Vorrei che tu mi dicessi dove posso trovare un libro, se è dei tuoi tanto meglio, sennò di altri, su i vari gruppi di partigiani in Italia dal 1943 in poi. Mi sono piaciuti moltissimo i tuoi ultimi tre libri sull'argomento. Grazie! Distinti saluti

arx ha detto...

?

metalmeccanico ha detto...

Alberto esisti davvero?