martedì 3 giugno 2008

L'uomo che non voleva andare a dormire

Sabato sera. Un messaggio giunge sul telefono cellulare del nostro protagonista. Viene invitato ad uscire per una bevuta, accetta benvolentieri. Sono le undici di sera e ha voglia di divagarsi e di lasciare al loro destino le zanzare di casa che fino a quel momento hanno banchettato con il suo sangue. Il nostro protagonista si reca ina piazza intitolata ad un celebre frate petulante dove un chioschetto è preso d'assalto da giovani uomini e giovani donne bramanti alcolici di vario genere. Il nostro protagonista si diletta a parlare dei suoi problemi accademici e ad osservare degli esemplari piacenti di giovani donne, limitandosi però all'osservazione, sia per timidezza sia per svogliatezza. Ad un certo punto il gruppo di amici si sposta in direzione di un'altra piazza, forse anche di un locale nel quale andare a ballare, prospettiva che però non suscita gli entusiasmi del nostro protagonista. Eppure, stoicamente, si piega alla regola della maggioranza e passa quasi un paio d'ore in una microdiscoteca nella quale ha la fortuna di potere ascoltare brani di musica rock degli anni '70-80, che vanno incontro ai suoi gusti un po' retrò. Alle quattro del mattino passate il gruppo si dirige da un venditore di kebab, dove tutti, eccetto il nostro protagonista si rifocillano. Al momento dei saluti il nostro protagonista va alla fermata dell'omnibus notturno, dove decide di attendere un quarto d'ora perché sembra non avere intenzi one di farsi il tragitto che lo separa da casa a piedi. Ma giunto alla fermata sotto casa, a questo punto son le cinque abbaondantemente passate e i suoi compagni di bisboccia sono tutti andati a letto, decide che non intende andare a dormire. Ha in mente un piano: ritornare in centro, fare colazione, una passeggiata in centro e poi tornare a casa per scrivere quella fastidiosa ricerca che deve portare a termine il prima possibile per poter dare l'esame. E appena raggiunta la fermata giusta scende e si dirige verso il forno abusivo. Per sua sfortuna il forno ha finito tutti i cornetti e il nostro protagonista di mangiare una pizzetta non ha proprio voglia. Le sei sono passate da pochi minuti e in due bar con serrande alzate a metà il nostro si sente dire la stessa risposta, ossia che l'apertura è prevista per le sei e mezza. Al terzo è più fortunato; prende due cornetti, alla faccia dell'avarizia, e ordina un caffè. Bevuto il caffè si reca con la busta dei cornetti in una piazza situata lì vicino e addenta i cornetti mentre i primi convinti raggi solari si infrangono sulla statua commemorante un dimenticato eroe del Risorgimento. Finiti i cornetti si dirige verso il corso centrale e la chiesa prinicpale. Il nostro protagonista sente alla gola un nodo forse dovuto all'umidità mattutina e si sorprende nel provare una gioia immensa nel camminare per la prima volta in certe vie senza doversi mettere a schivare la massa della gente, potersi per la prima volta permettere di osservare particolari di quella città che, nella fretta di tutti i suoi precedenti giorni aveva trascurato, come quella curiosa terrazza o quello splendido panorama. La colonna sonora di questa passeggiata è composta dal canto degli uccelli e dal rumore del camion degli spazzini. A un certo punto il nostro protagonista decide che è l'ora di tornare a casa, sia perché inizia a fare fatica a reggere la forza della luce del sole, sia perché le strade si stanno popolando e l'estasi si va conseguentemente attenuando. Rientrato a casa, decide, come aveva previsto di mettersi al lavoro. Accende il computer ed inizia a comporre il capitolo 2. Data l'ora e il gradimento che egli ha della materia la ricerca si traduce in un lavoro di copia-incolla dal libro. Per circa un'ora scrive alacremente. Poi, verso le undici del mattino viene svegliato dal suo coinquilino che bussa alla porta, il quale avendo intravisto i raggi solari dal di sotto della porta si era convinto che il nostro protagonista fosse sveglio. E così si chiude la novella dell'uomo che non voleva andare a dormire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un'ottima novella :-D

Grazie mille per il commento, CIAO!!!

Monica Montaño Reyes ha detto...

Molto bella :) Mentre leggevo immaginavo al protagonista che non voleva andare a dormire, mi sa che é veramente bello :) forse qualche altro giorno non vorrà andare a dormire e potrei accompagnarlo!