Non avrei mai creduto sarebbero tornati all'improvviso così...in fondo pensavo che avrei potuto risolvere tutto. La serata era andata fin troppo bene, 2 chiacchiere, un saluto ai vecchi amici ormai stanchi, uno sguardo verso i luoghi dell'infanzia. Era una notte di fine estate, ma illuminata da una luna dolce e piena. Non mi sembrava una brutta idea tornare a casa da solo: pensavo avrei potuto dedicarmi un pò a me stesso, agli impegni che mi attendevano di lì a poco, ai miei sogni e ai miei progetti.Nulla rilassa più di una passeggiata notturna immersi nei propri sentimenti. Avevo già dimenticatolo sgarro fatto nel pomeriggio. Aprivo i cassetti della mia memoria, i più dolci e pieni. Un pensiero agli amori mai passati, un'occhiata alla casa della mia vecchia maestra.
Sospiri e ricordi fugaci. Ero felice, felice e tranquillo. All'improvviso però quel rumore; non lo dimenticherò mai. Prima secco ed isolato, poi alto, ancora più alto, acutissimo. Uno stridulo infernale, la voce di un destino che in fondo sapevo sarebbe venuto a cercarmi. Avevo osato troppo, lo capii al primo istante. Ora mi rendevo conto:era stato troppo imprudente tornare a casa da solo, così a piedi, senza telefono, non una precauzione, non un nascondiglio. E loro, era fin troppo chiaro, erano lì, decisi a farmela pagare. Ancora un perverso vagito, un brivido freddo mi corse lungo la schiena. Non potevo fare altro, perciò decisi di cominciare a correre. Correre senza mai voltarmi, senza paura di cadere, senza pensare a niente altro che correre. Correvo, correvo, e pregavo, pregavo e correvo.Eppure sentivo che quel sinistro avvertimento si faceva sempre più vicino, più vivo, pulsante. Cagne rabbiose lanciate al mio inseguimento, pronte a lacerarmi senza pietà. Eppure quando lo avevo provocato pensavo che l'avrei fatta franca anche questa volta; certo sapevo nn sarebbe stato facile ma ero ingenuamente fiducisoso. Ora xò quella strada fatta milioni di volte mi sembrava l'inferno in terra, sapevo che stava per giungere il mio momento, ero lì che scappavo, certo che questa volta non ce l'avrei fatta. Quando vidi la casa, lontana, immobile, pacifica, capii però che là, in fondo, avrei potuto salvarmi. Una nuova speranza mi distraeva dal luciferino guaito. Corsi come mai avrei creduto, con la paura di non farcela che legava le mie giovani membra. Arrivato al cancello lo saltai di un fiato, feci le scale 3 a 3, infilai la chiave senza esitazioni, girai la maniglia, entrai e richiusi con forza. Ero in casa, boccheggiante, annichilito, tremante ma salvo. E l'oggetto della contesa era lì: bianca, candida e rotonda. Non persi altro tempo, sedetti immediatamente: l'esplosione fu fragorosa, cagai come mai avrei creduto. Cazzo, mai più peperoni e cozze a merenda!
sBlog!
venerdì 29 settembre 2006
sBlog!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Mi piace, torniamo ad usare il blog come si deve!
Ah! A proposito di vagiti, Ernesto Girolimini grazie di esistere!
Posta un commento