venerdì 27 novembre 2009

Non c'è due senza tre...

Una cosa che si inserisce magnificamente nel filone "Zuppa romana".
Ogni altro commento è superfluo.

lunedì 16 novembre 2009

Diamo a Cesare quel che è di Cesare

Non so perché ma a me sta cosa fa morire dal ridere.

venerdì 13 novembre 2009

Intervallo

L'autunno, quest'anno, è particolarmente pesante ed uggioso: non so voi, ma almeno per me - in questi giorni - l'impressione è che il tempo anche quando non si fa un cazzo sia sempre poco; considerate poi che si è sempre precari, si attende non si sa bene quale futuro, si spera e non si sa bene che sperare, e avrete il quadro completo. Questa situazione influisce un po', inutile negarlo, anche sulla mia vita privata e perfino sulla mia produzione bloggeristica. Tuttavia, qualcosa di stupido e (spero) divertente lo sto preparando.
Intanto godetevi del porno fra panda.


martedì 20 ottobre 2009

Un sogno chiamato Europa dell'est...

Ad un anno di distanza da "Zuppa romana" qualcosa che senza cortina di ferro sarebbe stato meno autenico, poetico, esteuropeo.

lunedì 12 ottobre 2009

Grazie Signore!

E' cominciata una nuova era, da oggi Dio punisce i goffi:

http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_12/germania-treno-studente-mostra-posteriore-trascinato-binari_5dc062ce-b755-11de-b239-00144f02aabc.shtml

giovedì 3 settembre 2009

Pensaci...

A grande richiesta, bifolchi, ecco a voi il ritorno della rubrica "Pensieri Altrui".

Cosa starà starà passando per la testa del roccioso difensore polacco Marcin Wasilewsi, da esser egli sì corrucciato?



A) "Mio Dio non ci avevo mai pensato: la bandiera del Gabon è di una bellezza allucinante. Una triconomia assolutamente originale ma allo stesso tempo dannatamente rassicurante. In ogni modo perfetta per un paese di negri".

B) "Dannazione ora che Gianfi è a Stettino il fiore più prezioso della mia cara sorella Zwielanka è in grande pericolo. Non esistono argini che possano contenere la libido di quel subdolo, dolce, morbidissimo mostro".

C) "Oh Cristo, ho lasciato il coniglio sul fuoco".

martedì 1 settembre 2009

Coccodrillo per Cane= Coccocane

Da oggi i suoi occhiali rimarranno per sempre appoggiati su chissà quale pensile, nella naftalina annegherà il profumo del suo elegante maglioncino.
Sulla sua lapide farà scrivere: Chanel, Cane.
A noi piace ricordarlo così:

martedì 25 agosto 2009

LA POSTA DEL CUORE, MALATO, DI SBLOG

Ve l'avevamo promesso e si sa che i redattori di sBlog non mantengono mai le promesse, ma stavolta abbiamo fatto un'eccezione.
Eccoci qui quindi con una delle nuove rubriche che ci accompagnerà per tutto questo nuovo anno: grazie alla joint venture con Sandro Mayer e la Cairo editore possiamo pubblicare in assoluta anteprima i "Consigli per una serena vita di coppia" di DiPiù.
Ci scusiamo in anticipo con i lettori per la greve scurrilità di certe missive, ma si sa che quando si parla di rapporti uomo-donna e di sesso più in generale (brutti finocchi) è meglio non usare giri di parole, ma essere più chiari e diretti possibile. Cercheremo di semplificare certi tecnicismi nella analisi delle lettere, ponendoci sempre però come primo obiettivo quello di informare. Chi scrive a DiPiù, e a sBlog, lo fa perché vuole avere risposte ed indicazioni su un argomento molto delicato. Tutti coloro che vogliano lasciare la propria opinione o dare il proprio consiglio possono tranquillamente farlo nello spazio dei commenti.
Con un po' di emozione, ma si comincia:

"Ho ventuno anni e sono fidanzata con un ragazzo che amo molto. Tra noi è tutto perfetto ma ho un dubbio che da qualche tempo mi preoccupa: mia cugina mi ha detto che gli spermatozoi sopravvivono a lungo nel corpo di una donna. Quindi mi chiedevo: è possibile restare incinta anche con i baci intimi, se lui raggiunge la gioia?" ERIKA

Per venire incontro a chi non avesse nozioni di fisiologia e sessuologia una breve spiegazione delle parti più tecniche della lettera.
Erika è una ragazza sana, innamorata del suo splendido cavaliere. Essendo i due legati, come lo stesso SanRoccoConnection, a valori purissimi quali Dio, Patria e Famiglia hanno evidentemente deciso di aspettare le nozze per compiere il fatidico passo. Farsi sborrare in bocca è naturalmente lo sbocco più naturale per la devotissima Erika che vuole aiutare il suo partner a rispettare un impegno così nobile. Il problema però è dietro l'angolo: non potendo passare da lurida succhiacazzi Erika non può certo ingoiare, cosa che getterebbe cattiva luce su Patria, Famiglia e probabilmente Dio; ma allo stesso tempo non può certo sputare offendendo così il maschio che con tanta gioia (è proprio il caso di dirlo) le ha donato il suo seme più prezioso. Come tutti voi sapete a questo punto la ragazza può solo attendere, a bocca aperta, il naturale processo di evaporazione. Per questo, dimostrandosi estremamente giudiziosa, messa sul chi va là dalla scrupolosa cugina, si rivolge ai nostri esperti per sapere se, nell'attesa, la permanenza prolungata dello sperma nel suo corpo possa provocarle una indesiderata gravidanza.
Come degli spermatozoi nel cavo orale, brancoliamo nel buio.

Erika durante la visita con il nostro esperto

giovedì 6 agosto 2009

Buon compleanno Mr. President

In questo periodo molti giornali, di tutto il mondo, hanno trattato della faccenda dei "birthers", quel gruppo di repubblicani americani integralisti che non ha trovato niente di meglio da fare che alimentare un'assurda quanto inutile polemica sulle origini, e nel caso specifico sul luogo di nascita, del vincitore delle ultime elezioni americane, Barack Obama. Pur avendo visto che in questo blog la politica non "tira" poi molto, non me la sono sentita di far passare sotto silenzio una faccenda così aberrante.
In sostanza questo gruppo asserisce che l'attuale presidente USA non sia davvero nato 48 anni fa alle Hawaii, bensì in Kenya. Ecco, trovo che non ci sia niente che possa indicare meglio il grado di cecità, di razzismo, di intolleranza raggiunto nelle società occidentali. Come se le capacità di un uomo, dipendessero dal suo luogo di nascità, come se le milioni di persone che credono in lui e che ha lui hanno affidato la loro speranza in un mondo migliore dovessero ravvedersi per via di un cavillo, perdipiù totalmente inventato.
Significa cercare di edificare barriere che possano tenerci lontano dal "diverso" dallo "straniero"; barriere che diventano anche incorporee, immateriali. Al pregiudizio, all' insinuazione subdola, spetta di finire ciò che i muri di cemento armato e il filo spinato hanno solo iniziato.
Oggi sembra che l'intero castello di carte sia finalmente venuto giù, i beceri detrattori sono stati sbugiardati; pare insomma che Obama sia riuscito a vincere anche questa battaglia.
Credo di parlare a nome di tutti: abbiamo fatto il tifo per lui contro la lobby Clinton, ci siamo entusiasmati quando il primo presidente nero ha battuto l'anziano repubblicano Mc Cain, siamo con lui nelle battaglie per la sanità, la pace in Medio Oriente, il multilateralismo.
Gli autori di sBlog, seppur con 2 giorni di ritardo, Le fanno gli auguri Mr. President! Americano o Kenyota che sia.
One hundred of theese day!!!!

venerdì 31 luglio 2009

Nulla può far danno a un uomo buono, né in vita né dopo la morte. (Socrate)

Il mondo oggi lo piange, e tutti noi con esso.
Non era il migliore, o il più vincente, o il più simpatico, o il più mediatico, o il più catenacciaro. Non si può dire che fosse uno che risaltasse. Amava stare lì sullo sfondo: ti ammoniva con un'occhiata se perdevi un confronto diretto che non andava assolutamente perso; con la sua sola presenza ti invitava a non mollare, a crederci ancora, a dare magari fiducia a quel giovane bomber che sembrava aver perso la luce negli occhi e la via della rete. Stringendo il suo trofeo ti ricordava che ogni sforzo sarebbe stato ripagato. Il suo complimento più grande era offrirti il suo silenzioso consiglio, in fondo condividevate la stessa passione e le stesse responsabilità. Emigravi in Argentina, tentavi la fortuna in Portogallo, provavi ad essere profeta in patria, salpavi nella terra d'Albione, sfumavi i tuoi ultimi anni nelle nebbie di Germania; e lui era lì con te. Poterlo chiamare collega significava che, in ogni caso, ce l'avevi fatta: i tuoi sogni erano la tua vita.
Vita che ora se l'è lasciato scappare...
Ma noi, ogni volta che vedremo una banda bicolore lampeggiare, ogni volta che immagineremo di sentire il boato dello stadio impazzito, ogni volta che ci esalteremo di nuovo per il gol di un bomber thailandese o affideremo la fascia di capitano ad un ruvido centrale brasiliano, allora, penseremo a lui.

Perché, chi ha giocato a scudetto 97/98, non ti può dimenticare.

Addio Sir Bobby.

mercoledì 27 maggio 2009

Un premier normale

I più accaniti lettori di quotidiani sapranno già che da qualche giorno La Repubblica propone un questionario di dieci domande che vorrebbe porre a Silvio Berlusconi in merito al Noemi-gate, con intento chiaramente e volutamente provocatorio. Lunedì mattina Giuliano Ferrara ha dedicato la prima pagina de Il Foglio alla vicenda, simulando l’ipotetica intervista.
Visto e considerato che anche io sono dotato di intelligenza, pollice opponibile e qualche chilo in eccesso, ho deciso di fare la stessa cosa, realizzando ovviamente a mio modo questa famosa intervista, immaginandomi quello che potrebbe accadere in un paese dove i giornalisti non sono cortigiani di qualcuno e i politici non sono campioni della coda di paglia.

Signor presidente, come e quando ha conosciuto il signor Letizia?
Più o meno una ventina d’anni fa, in una vacanza a Portofino. Me lo presentò un amico mio e di Confalonieri. Mi dette subito una buona impressione.

Nel corso di questa amicizia quante volte vi siete incontrati e dove?
Per risponderle dovrei avere una memoria impressionante, non so che dirle. Le posso però dire che non lo vedo molto spesso.

Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Bendetto Letizia?
Io sono stato prima un industriale, poi un politico. Un industriale deve cercare di non perdere mai i contatti col mondo esterno per non rimanere escluso da quelle che a livello professionale possono essere importanti novità. Un politico poi deve fare in modo di creare del consenso sincero attorno a sé. Le ho già detto che mi diede da subito una buona impressione. Aggiungo che buona impressione è stata poi sempre confermata dai suoi comportamenti.

Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è nemmeno iscritto al PDL?
L’ho fatto perché volevo avere un suo parere su alcuni candidati alle europee della circoscrizione Sud che lui conosce a livello personale, dunque molto meglio di me. Vede: per conoscere bene certi uomini di partito è essenziale sapere come sono fuori dalle stanze della politica. Badi bene: a Benedetto ho chiesto solo un parere, un’opinione. Le decisioni si prendono poi, sempre, nelle sedi opportune.

Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
Sin da quando era piccola, è ovvio.

Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
Che domande! Le ho già detto che non ricordo quante volte ho incontrato il padre; per la figlia vale lo stesso discorso.

Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
No, ho solo fatto loro qualche regalo in occasioni importanti. Mi permetta di dire una cosa: sono un uomo ricco e se non facessi queste cose verrei additato come avido e tirchio. Se lo faccio però mi si accusa di andare con le ragazzine e di comprare voti. Scusate: cosa dovrei fare per non scontentare nessuno?

È vero che ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo o in politica?
No. E se lei dice così vuol dire che ho detto qualcosa di sbagliato che l’ha illusa. Di sicuro Noemi ha gonfiato qualcosa nelle sua dichiarazioni: è una ragazza giovane che punta in alto, è normale che sia spregiudicata.

Veronica Lario ha detto che lei frequenta minorenni. Ce ne sono altre che incontra o alleva?
Per la miseria quanta malizia! Prima di tutto mi lasci dire che non allevo nessuno, è proprio una brutta espressione, una cafonata. Frequento tantissime persone visto che sono un importante uomo politico. Posso dirlo o cominciate a fare a titoli dicendo che mi credo Napoleone? Ovviamente in mezzo a questa fiumana di gente ci sono anche ragazze giovani e giovanissime.

Sua moglie dice che lei non sta bene e andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?
Io sto bene, l’uscita di Veronica è esagerata.

A questo punto Giuliano Ferrara inserisce una ultima domanda, di sicuro la più interessante. Modestamente anche io ne propongo una simile.

Lei ha o ha avuto una relazione extraconiugale con Neomi?
No. Potrei essere suo nonno.

In attesa che un giorno il nostro paese sia guidato da una persona che risponda così (anche dando risposte diverse nel merito, ma che comunque la smetta di gridare perennemente al complotto) continuiamo a roderci il fegato.

domenica 12 aprile 2009

Abruzzo, Italia

Per chi si fosse dimenticato che l’Abruzzo è in Italia

Un mare di ultimi saluti, di commossi addii, di sacrosante lacrime, ha accompagnato le nostre coscienze dalla nottata di domenica ad oggi. Un dolore forte come questo non si commenta né si giudica, laddove lo sgomento e la commozione che esso genera è vero, sentito, sincero.
Nessuno può mettere in discussione la frustrazione e la rabbia di chi ha subito l’ingiustizia di aver perso le persone più care e di essersi visto privato della propria casa, quella casa di cui ogni uomo o donna ha diritto su questo mondo (cosa che da cristiani part-time quali siamo a volte dimentichiamo).
La calamità naturale porta alla luce (è già successo tante altre volte) il lato migliore delle persone nei primi momenti concitati. Come non dare merito ai volontari che hanno dato e ancora danno il loro aiuto alle vittime del terremoto? Credo comunque che queste persone, ancor più che i ringraziamenti, aspirano ad avere degli aiuti, anche di piccola entità, per poter essi stessi essere messi nella condizione di aiutare meglio chi ne ha bisogno.
Ma, e qui vengo alle note dolenti, non dobbiamo dimenticarci tutto quello che, nel caos di questa settimana, è passato sottotraccia, tanto è abituato il nostro paese a condotte riprovevoli e disgustose.
La giornalista del TG1 che magnifica i risultati Auditel della rete ammiraglia fa salire conati di vomito. Non tanto perché sia sbagliato cercare di affermarsi nella competizione e nel proprio lavoro, ma perché una simile scena rappresenta, a mio parere un insulto ad un valore ormai totalmente dimenticato: la decenza. L’indecenza trionfa.
L’indecenza è sentire un capo di governo che rincuora i terremotati invitandoli a fare finta di credere di fare un fine settimana in campeggio. Anche qui non è sbagliato cercare, se possibile, di sdrammatizzare la situazione, col rischio di sbagliare le parole; la cosa che non si riesce a digerire è la mancanza di coraggio dei lacchè muniti di microfono, con nessuno di essi che se la sente di pronunciare le fatidiche parole: “Presidente ma che sta dicendo?”.
La parola indecenza inizia con la i di Impregilo, la splendida ditta di benefattori, nota per la mondezza napoletana e per il ponte sullo stretto di Messina, meno per il fatto di essere colei che ha costruito il burroso Ospedale dell’Aquila.
Indecente è l’atteggiamento di chi governa il gioco del calcio, stabilendo che si possono sospendere partite di campionato quando muore una persona che si reca allo stadio con la volontà di prendere a sassate i tifosi della squadra avversaria e non si ferma di fronte ad una simile tragedia (no comment per la pantomima degli sms di beneficenza).
Indecente è l’accanimento miope di chi ha crocifisso (e continua a farlo pur sapendo di avere torto) il ricercatore che lanciava allarmi non per il gusto di farlo, ma giustificati studi alla mano, sulle capacità distruttive di questo terremoto.
Indecente è l’atteggiamento di certi tromboni che fanno uso del cristianesimo per pronunciare banalità strappalacrime in televisione e se ne dimenticano quando invece giunge l’ora di aiutare il prossimo, di fare qualcosa di concreto.
Mi si potrebbe obbiettare che anche io predico bene senza alzare un dito, che faccio moralismo.
La prima parte della frase è vera, la seconda no . Il moralismo lo fa chi dice agli altri quello che devono fare e poi non rispettano le regole che impongono agli altri. Fa moralismo chi dice ai terremotati quello che devono fare. Il mio non è moralismo. Con queste righe attacco i veri moralisti, coloro che hanno trasformato il dolore degli altri nell’occasione per una realizzazione personale, sia essa duratura o effimera.
Non dobbiamo dimenticare che l’Abruzzo si trova in Italia: saranno pure luoghi comuni ma credo che in un qualsiasi altro paese di quell’Occidente che diciamo di amare e al quale pensiamo di appartenere non avremmo avuto la giornalista esultante per gli ascolti del lunedì o membri delle istituzioni che mancano di rispetto alle vittime di una catastrofe naturale. Forse in un paese occidentale la denuncia per procurato allarme sarebbe stata ritirata (anche con tanto di scuse, crepi l’avarizia) o si sarebbe fatto qualcosa per evitare di dare importanti appalti di grandi opere pubbliche a ditte che sono note per le loro collusioni con interessi poco trasparenti, se non addirittura criminali.
Oltre al terremoto, agli abruzzesi è capitata anche la sfortuna di vivere in Italia.
Quando le scosse finiranno gli sciacalli in giacca e doppio petto avranno pista libera per continuare a rovinare la vita delle persone; autentici avvoltoi che credono di essersi costruiti una nuova coscienza pulita per il solo fatto di aver versato qualche lacrima: diffidatene, perché saranno più pericolosi di quanto non lo siano mai stati prima di domenica.
Non parlo della ricostruzione, perché, anche se in cuor mio spero di sbagliarmi, penso che sarà un disastro, con il crearsi delle precondizioni per il ripetersi di questa tragedia.
Capisco che qualcuno non apprezzerà queste parole. A tutti coloro dal cuore puro che si sentono offese chiedo scusa. Ma sappiate che le mie critiche non sono dirette a voi.

mercoledì 1 aprile 2009

Istruzioni per fare l'amore con Gaucci

Metti una sera a Viterbo, poggiati al parapetto delle mura, un sottile languore ti s'insinua nell'anima come un brivido fluido, misto di desiderio e di melancolia. E senza bisogno di girarti sai che dietro di te, silenzioso e felpato, è apparso Luciano Gaucci; le mani viscide e grassocce che ti toccano non possono appartenere ad altri, non è di altri la risatina fastidiosa e laida. Anche senza girarti, vedi i suoi menti strabordanti, la sua eccessiva carnalità, la sua incontinente e vitale fisicità.
Non sai se è davvero lì, se è davvero lui, o se tutto questo è soltanto una proiezione della mente scolpita nella sottile nebbia di un fine inverno in Tuscia; sai però che vorresti ci fosse, senti che lo vuoi, pensi già a come amarlo.

I. La pratica del sesso: il 63.
Non è un errore; è che la stazza del vostro amato è tale che vi ritroverete per forza con il viso perduto nella sua pancia, senza possibilità di sfuggire a quell'abbraccio unto sulle vostre gote, che pare volervi soffocare. Ma non disperate e non sentitevi delusi: quel che sembra un peccato è in realtà un'opportunità. Avete davanti a voi il grasso ventre tanto a lungo sognato; non fermatevi, non esitate, baciate quel che vedete e più ancora ricopritelo di pernacchie sull'ombelico, così da far vibrare ipnoticamente quella massa di adorabile lardo. Poi, osservate rapiti quel movimento, e i piccolissimi occhi di lui che scintillano felici.

II. Litigi e riappacificazioni.
Lui si è appena alzato dal letto e già vi dimentica, lo si vede da come stringe lo sguardo porcino, rapito verso nuove imprese; ma ricordate sempre che non ha il diritto di dimenticarsi di voi e della vostra dedizione. Dunque insultatelo: ricopritelo di contumelie, mettete in dubbio la sua bellezza e la sua onestà, l'integrità e la rettezza d'animo. Non ci vorrà molto perché stringa i pugni, inizi a blaterare sempre più scompostamente e finisca per piangere come un vitellino. E mentre mormorerà tra le lacrime stillanti qualche insensato periodo sul Catania 1946 o maledirà Carraro, voi vi sentirete di nuovo confortati, perché riconoscerete in quell'uomo il piagnone in malafede di cui vi siete innamorati.

III. Conclusione.
Il vostro amore è lì, stanco, soddisfatto e sudato; ancor più sudato del suo solito essere sudaticcio, perché ora il suo grosso corpo trasuda amore. Più suda, più puzza, più vi ama. Fissatelo nei suoi occhi porcini: nei suoi occhi c'è il mistero di mille mondi lontani, c'è la ragione per cui non si può fare a meno di volergli bene e di innamorarsi di lui, c'è la mente lucida di grasso, che già immagina, che già blatera incomprensibilmente, che già pregusta qualche idea malsana.
Nei suoi occhi minuscoli, in fondo ai suoi occhi minuscoli, lì dove solo il vostro affetto può giungere, nei suoi occhi c'è Zizis Vryzas. E voi lo amate per questo.

nota: tutto questo non ha nulla a che vedere con fatti e personaggi reali. Si tratta di pura, innocua, cialtroneria.

venerdì 6 febbraio 2009

Il ritorno

giovedì 5 febbraio 2009

življenje je posvečeno*

E' innegabile che sia così, l'abbiamo visto tutti: non si muove, non reagisce agli stimoli, non è in grado di interagire in alcun modo con la realtà.
Adesso ho sentito che ha lasciato la Lombardia, che è di nuovo nel suo Nordest e che forse là metteranno fine alla sua vita, perché non la giudicano neanche tale.
E su questo però non posso essere d'accordo: è poco più di un vegetale, è vero, e come difensore centrale faceva piuttosto schifo, ma per una simile ragione non mi pare comunque giusto uccidere Robert Englaro.

*la vita è sacra.

mercoledì 4 febbraio 2009

La poetica della merda.

A conclusione di un lungo lavoro di ricerca, discussioni e costruttivi dibattiti sul tema con insigni linguisti, tra i quali il mio coinquilino, sono giunto alla consapevolezza di un fatto importante che riguarda la lingua italiana, più precisamente l'arte della poesia. Quel che emerge nitidamente è che la parola più poetica dell'intero vocabolario della lingua italiana è MERDA (non accappatoio come molti di voi erroneamente credevano). La conferma di questa scoperta si ottiene modificando il contenuto delle più celebri poesie per inserirvi la parola MERDA. Si tratta di un esercizio molto semplice, che evidenzia da un lato la capacità di questa parola di toccare alte vette di lirismo, dall'altro quella di inserirsi metricamente in modo perfetto in qualsiasi contesto. Eccone alcuni esempi:
Si sta / come d'autunno / sugli alberi / la MERDA
Tanto gentile e tanto onesta pare / la MERDA mia quand'elli altrui saluta
M'ilumino / di MERDA
Ei fu siccome immobile / stette la MERDA immemore
T' amo pia MERDA
E il naufragar m'è dolce / in questa MERDA.

Potrei continuare all'infinito ma preferisco fermarmi qui.
Potete, se ne avete voglia, ripetere questo esercizio: vi darà, ve lo assicuro, molta soddisfazione.

Forse (è sempre bene tenere una porta aperta ma ci credo poco) questo pezzo di MERDA sulla MERDA è il mio ultimo su sBlog!

Grazie mille a tutti!

martedì 20 gennaio 2009

Kein Vorurteil, oder?

Adesso è uscita una cover dedicata a Luca Toni. Ma credo che l'originale sia decisamente più autentico, divertente e sopratutto crucco.