martedì 24 giugno 2008

LA BARZELLETTA DEL GLUPPATORE

Il tutto inizia una mattina in una caserma.
Arrivano le nuove venti reclute e arriva il sergente che con quattro urla e due minacce fa posizionare le nuove reclute in perfetta fila spalla a spalla.
Sgt: "Tu! Cosa fai nella vita?"
Recluta: "Il cuoco, Signore!"
Sgt: "Bene! In cucina!... E tu invece? Cosa fai nella vita?"
Recluta: "L'autista, Signore!"
Sgt: "Bene! All'autorimessa!... Tu?"
Recluta: "Il meccanico, Signore!"
Sgt: "Bene! In officina!... Tu?"
Recluta: "Il violinista, Signore!"
Sgt: "Bene! Nell'orchestra!... Tu?"
Recluta: "L'impiegato, Signore!"
Sgt: "Bene! Agli uffici!... Tu?"
Recluta: "L'istruttore di nuoto, Signore!"
Sgt: "Bene! Nella marina!... Tu?"
Recluta: "Il pilota di aerei, Signore!"
Sgt: "Bene! All'aeroporto!... Tu?"
Recluta: "Il cameriere, Signore!"
Sgt: "Bene! In mensa!... Tu?"
Recluta: "L'insegnante di inglese, Signore!"
Sgt: "Bene! Agli uffici esteri!... Tu?"
Recluta: "Il paracadutista, Signore!"
Sgt: "Bene! All'hangar!... Tu?"
Recluta: "Il dottore, Signore!"
Sgt: "Bene! All'ospedale!... Tu?"
Recluta: "Il ragioniere, Signore!"
Sgt: "Bene! Anche te agli uffici!... Tu?"
Recluta: "Il trombettista, Signore!"
Sgt: "Bene! Un altro nell'orchestra!... Tu?"
Recluta: "L'istruttore di equitazione, Signore!"
Sgt: "Bene! In fanteria!... Tu?"
Recluta: "Il pilota di caccia, Signore!"
Sgt: "Bene! All'aeroporto pure tu!... Tu?"
Recluta: "Il gluppatore, Signore!"
Sgt: "Bene! In... Aspetta un attimo che mi squilla il telefono..."
In quell'istante il Sergente si rese conto di non sapere cosa sia un "gluppatore" ma per non figurare da ignorante davanti alla truppa, telefona al Maggiore:
Sgt: "Signore, qui c'è un problema... C'è un tizio qui che dice di fare il "gluppatore" e io non so cosa sia..."
Mag: "Ah, bene Sergente... Aspetti un attimo, la richiamo io..."
Nemmeno lui lo sapeva e decise di chiamare il Capitano:
Mag: "Signore, mi ha telefonato il Sergente... Dice che da lui c'è uno che fa il "gluppatore"... io non so cosa sia quindi ho chiamato lei..."
Cap: "Bene, bene... molto bene... la richiamo io..."
Nemmeno lui lo sapeva e chiamò il Generale:
Cap: "Signore, mi ha telefonato il Maggiore... Dice che dal Sergente c'è uno che fa il "gluppatore"... io non sapendo cosa sia ho chiamato lei..."
Gen: "Ok... aspetti che la richiami..."
Il Generale andò dunque dal suo amico Ammiraglio:
Gen: "Ehilà... senti questa... c'è uno dal Sergente che dice di fare il "gluppatore"... sai per caso che cosa fa un "gluppatore"?"
Amm: "Booh!?! Sai che facciamo? Chiamiamo il Ministro della Difesa! ... ... Ministro? Buongiorno! Senta, sono qui con il Generale perchè abbiamo un problema: giù dal Sergente c'è uno che dice di fare il "gluppatore" ma noi non vogliamo fare una brutta figura coi nostri sottoposti e abbiamo chiamato lei..."
MdD: "Il "gluppatore"? Interessante... chiamerò il Presidente del Consiglio! ... ... Presidente? Buongiorno! Mi dicono che dal Sergente c'è uno che dice di fare il "gluppatore"... Ma che cos'è un "gluppatore"?
PdC: "Mi consenta di dirle che non ne ho la più pallida idea... chiamerò il Presidente della Repubblica!... ... Presidente? Salve! Come sta? Io bene, grazie? E a casa? Tutto bene? Mah, non c'è male, grazie... sì sì, PierSilvio se la sta cavando bene... sì, grazie anche a lei!"
E mette giù!
Alchè si ricorda del gluppatore!
PdC: "Presidente? Siete ancora in linea? Bene perchè mi hanno detto che dal Sergente c'è uno che dice di fare il "gluppatore"... lei per caso sa cosa fa questo "gluppatore"?"
PdR: "No... proverò a sentire dal Papa! ... ... Buongiorno, sono il Presidente della Repubblica... vorrei parlare col Papa!
Guardia Svizzera: "Ja... atenda..."
Papa: "Pronto? Zono il Papa!"
PdR: "Buongiorno sua santità! Le volevo porre un quesito..."
Papa: "Prego, tica"
PdR: "Sa per caso cosa fa un "gluppatore"?"
Papa: "No. Lei mi ha kiamato per cuesto?"
PdR: "e sì... nessuno dei miei sottoposti lo sa... e c'è una recluta che dice di essere un "gluppatore""
Papa: "Allora tomani antremo da questa recluta e gli chieteremo kos'è il "kluppatore"..."
PdR: "Bene, a domani allora!"
L'indomani mattina il Papa, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Ministro della Difesa, il Generale, l'Ammiraglio, il Capitano e il Sergente vanno in caserma nella stanza di quella strana recluta.
Allorchè il Papa chiede: "Figliolo.... Si può sapere kosa essere un gluppatore?"
Udendo questo, la reclta si alza e dice: "E' più facile mostrarlo che spiegarlo... domattina alle otto ci troveremo al piazzale per partite con la dimostrazione"
Tutti contenti si salutano, aspettando.
Passa la notte.
Le otto di sera.
Le nove.
Le dieci.
Le undici.
Mezzanotte.
L'una.
Le due.
Le tre.
Le quattro.
Le cinque.
Le sei.
Le sette.
Le otto. Tutti sono al piazzale. La recluta chiede: "Siete andati tutti in bagno?" Gli altri si guardano, borbottano un po' e, bene o male, tutti rispondono la stessa cosa: "Sì"
Recluta: "Allora non va bene... dobbiamo vederci senza essere mai andati in bagno."
Il Papa, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Ministro della Difesa, il Generale, l'Ammiraglio, il Capitano e il Sergente si guardarono un po' straniti, ma tanta era la curiosità di vedere quel lavoro fatto alla perfezione che si diedero appuntamento per le otto del giorno dopo.
Passa la notte.
Le otto di sera.
Le nove.
Le dieci.
Le undici.
Mezzanotte.
L'una.
Le due.
Le tre.
Le quattro.
Le cinque.
Le sei.
Le sette.
Le otto. Al piazzale della caserma ci sono il Papa, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Ministro della Difesa, il Generale, l'Ammiraglio, il Capitano e la Recluta ma manca il Sergente. Dopo 10 miuti arriva il Sergente ma la Recluta dice che è troppo tardi e che la spiegazione viene rimandata al giorno dopo.
Passa la notte.
Le otto di sera.
Le nove.
Le dieci.
Le undici.
Mezzanotte.
L'una.
Le due.
Le tre.
Le quattro.
Le cinque.
Le sei.
Le sette.
Le otto. Stavolta ci sono tutti puntuali e la Recluta dice: "Possiamo partire!"
Capitano: "Dove?"
Recluta: "Prenderò un pullman, guido io!"
Tutti salgono sopra il pullman e partono.
1 chilometro
5 chilometri
10 chilometri
15 chilometri
20 chilometri
25 chilometri
30 chilometri
35 chilometri
40 chilometri
45 chilometri
50 chilometri
55 chilometri
60 chilometri
65 chilometri
70 chilometri
75 chilometri
80 chilometri
85 chilometri
90 chilometri
95 chilometri
100 chilometri
110 chilometri
120 chilometri
130 chilometri
140 chilometri
149 chilometri
150 chilometri
Dopo 150 chilometri, la recluta scende e dice: "Ho sbaliato, dobbiamo tornare indietro di 60 chilometri!"
Ingrana la retro e li fa tutti in retro:
1 chilometro
5 chilometri
10 chilometri
15 chilometri
20 chilometri
25 chilometri
30 chilometri
35 chilometri
40 chilometri
45 chilometri
50 chilometri
55 chilometri
59 chilometri
60 chilometri
Scendono tutti di fronte a un grande lago.
PdR: "E adesso??? Cosa ti serve?"
Recluta: "Intanto montiamo le tende!"
Finito di montare le tende tutti i presenti si mettono intorno alla recluta che ha qualche richiesta:
Recluta: "Ho bisogno di alcune cose."
Ammiraglio: "Dicci, dicci tutto."
Recluta: "Mi serve un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola e tutta l'argilla del mondo."
Al che gli astanti si guardarono ammutoliti..
Ad un tratto il Presidente del Consiglio espone le perplessità di tutti.
PdC: "Figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "Ah, senza non si fa nulla, non comincio neanche... se vogliamo tornare indietro..."
Generale: "NO! Fermo! Ormai siamo qua e andremo fino in fondo! Ma va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?
Recluta: "TUTTA TUTTA"
Il Generale rimase ammutolito.
PdR: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA"
In quel momento l'Ammiraglio si avvicinò e chiese: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Il Sergente incuriosito disse: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Il Maggiore stupefatto disse la sua: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Il Capitano non credeva alle sue orecchie e chiese: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Al che il Miistro della Difesa, increulo e sbigottito, disse: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Infine il Papa prese la parola: "Ma figliolo, va bene un forno a legna e carbone, tanta legna e carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola ma TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA l'argilla del mondo?"
Recluta: "TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA TUTTA"
Papa: "Ah, mi sembrava di aver capito male... se è solo per quello ci penso io! Voi pensate a tutto il resto!"
Tutto il materiale arrivò e la recluta aveva un altra richiesta: un tavolo!
Il Sergente disse che gli sembrava di averne visto uno nel bagagliaio... e lo tirò fuori.
Appena finito di montare il tavolo arrivano tutte le altre cose: un forno, la legna, il carbone, una pala da pizzaiolo, un righello, una lente d'ingrandimento, una scavatrice, un secchio, una cazzuola e TUTTA l'argilla del mondo.
Recluta: "Ora uno di voi scaverà una buca immensa"
Generale: "Ma quanto grande?"
Recluta: "Deve contenere tutta l'argilla del mondo"
Allora il Generale prende la scavatrice e comincia a scavare
E scava...
E scava...
E scava...
10 metri
E scava...
E scava...
E scava...
20 metri
E scava...
E scava...
E scava...
30 metri
E scava...
E scava...
E scava...
40 metri
E scava...
E scava...
E scava...
50 metri
E scava...
E scava...
E scava...
100 metri
E scava...
E scava...
E scava...
300 metri
E scava...
E scava...
E scava...
600 metri
E scava...
E scava...
E scava...
1200 metri
E scava...
E scava...
E scava...
2400 metri
E scava...
E scava...
E scava...
4800 metri
E scava...
E scava...
E scava...
9600 metri
A 9615 metri si ferma.
Allora sale velocissio per tornare su il prima possibile.
Dopo due giorni è fuori
Dunque la Recluta dà l'ordine di vuotare l'argilla nel buco.
Dopo due settimane il buco è pieno d'argilla
nel frattempo era stato concesso ai membri del gruppo di andare in bagno una volta sola al giorno.
Allora la Recluta inizia a mettere la legna e il carrbone nel forno...
Ad un tratto dice: "Qualcuno vada al fiume e mi riempia il secchio d'acqua."
Il Papa va al fiume e poco dopo torna col secchio pieno d'acqua."
La Recluta va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
40 min
45 min
50 min
55 min
60 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo si vedeva già che era bruciato
Tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo si vedeva già che era poco cotto.
Tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo siembrava ok.
Allora prende il righello, misura la lunghezza: Troppo lungo!
Tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo siembrava ok.
Allora prende il righello, misura la lunghezza: Ok!
Misura la profondità: Troppo profondo
tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo siembrava ok.
Allora prende il righello, misura la lunghezza: Ok!
Misura la profondità: Ok
Misura la larghezza: Troppo largo!
tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo siembrava ok.
Allora prende il righello, misura la lunghezza: Ok!
Misura la profondità: Ok!
Misura la larghezza: Ok!
Prende la lente: No! Qui c'è una crepa!!!
Tutto da rifare.
Va al buco, prende un po' d'argilla e inizia a impastare...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine l'argilla diventa dura, ne prende un po' con la cazzuola, la mette sul tavolo e inizia a lavorarla...
Alla fine ne viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro:
10°C
20°C
30°C
40°C
50°C
100°C
150°C
200°C
210°C
220°C
230°C
240°C
E poi esclama: "Bene! E' pronto!"
Prende la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mattone e lo mette nel forno
1 min
5 min
10 min
15 min
20 min
25 min
30 min
35 min
Apre il forno, tira fuori il mattone e ad occhio nudo siembrava ok.
Allora prende il righello, misura la lunghezza: Ok!
Misura la profondità: Ok!
Misura la larghezza: Ok!
Prende la lente: No! Qui c'è un angolo smussato!!!
Tutto da rifare.
Avanti così finchè l'argilla finisce.
E tutti gli astanti, in preda al panico: "Ora come farai a farci vedere cos'è un Gluppatore?"
E tutti gli astanti: "Ora come farai a farci vedere cos'è un gluppatore?"
Recluta: "Sapete perchè non vi faccio mai andare in bagno? Bene, ora lo saprete: dovete tirarvi giù i pantaloni e riempire questo secchio di MERDA!"
I presenti si guardano ormai disperati ed eseguono l'ordine
Poco dopo riportano il sechhio alla Recluta.
Questa senza indugio afferra un po' delle feci e inizia ad impastare
E impasta...
E impasta...
E impasta...
E impasta...
Alla fine le feci diventano dure, ne prende un po' con la cazzuola, le mette sul tavolo e inizia a lavorarle...
Viene fuori un mattone...
Si mette vicino al forno, alza il termometro
10 °C
20 °C
30 °C
40 °C
50 °C
60 °C
70 °C
80 °C
90 °C
100 °C
110 °C
120 °C
130 °C
140 °C
150 °C
160 °C
170 °C
180 °C
190 °C
200 °C
210 °C
220 °C
230 °C
240 °C
E poi esclama: "Bene, è pronto!"
Prene la pala da pizzaiolo, ci mette sopra il mettone e lo infila nel forno...
1 min
2 min
3 min
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8 min
9 min
10 min
11 min
12 min
13 min
14 min
15 min
16 min
17 min
18 min
19 min
20 min
21 min
22 min
23 min
24 min
25 min
26 min
27 min
28 min
29 min
30 min
31 min
32 min
33 min
34 min
35 min
Tira fuori il mattone di merda...
Lo guarda...
Prende il righello e misura...
Lunghezza: OK!
Larghezza: OK!
Profondità: OK!
Prende la lente e controlla eventuali malformità: NESSUNA!
Anche il peso è l'ideale.
La Recluta prende in mano il mattone e...
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lo butta nel lago.
GLUP!

domenica 22 giugno 2008

Giampaolo Pansa, uomo di sostanza!

Dopo i libri-verità "Il sangue dei vinti" e "I tre inverni della paura" l'esimio giornalista Giampaolo Pansa ha avuto il coraggio di aprire un altro squarcio nella storia ufficiale, quella imposta al mondo dai vincitori, per fare luce su quella che fu la vera realtà dei difficilissimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Avendolo aiutato ad attraversare la strada, gli autori di sBlog sono riusciti a leggere, e a commentare per voi, il manoscritto in anteprima.

FRITZ MEISTERSCHALE: LA GUERRA PERSA, LA PARTITA ANNULLATA

Ambientato in uno sconosciuto paesino dell'Europa centrale, il nuovo romanzo di Giampaolo Pansa narra la storia di 10 ragazzini tedeschi in vacanza durante gli anni '40, presentata a noi attraverso gli occhi del più giovane di essi, Fritz appunto.
La vita nel villaggio scorre tranquilla, pur con gli echi della terribile guerra in corso. Tra corse nei boschi, primi amori e scenette rurali, ci viene offerto un affresco vivissimo della vita quotidiana del tempo, in cui sempre però l'abile mano del giornalista riesce a riflettere gli ideali e le pulsioni di una società coinvolta in una delle più grandi tragedie della storia contemporanea. I 10 ragazzi protagonisti, forti e spensierati come i giovani di ogni epoca, trovano infatti proprio nell'amicizia reciproca quella guida venuta meno con la scomparsa dei loro padri, richiamati al fronte (e di cui giustamente l'autore non dà notizie più precise, a dimostrazione di quanto a volte una insondabile incertezza sia mille volte più tremenda di una terribile verità). La partita a cui si allude nel titolo sarebbe dovuta essere proprio il coronamento di questa loro unione spirituale. Epica rappresentazione dell'incontro-scontro di ogni essere umano con i suoi simili; coerente sublimazione di quella realtà fatta di fratellanza, amori, odi, fedeltà e passioni. Ma è proprio a questo punto che la guerra entra brutalmente nelle giovani vite di Fritz e del suo gruppo, cancellando per sempre dai loro animi l'ingenuità adolescenziale. L'appuntamento: un sabato mattina al campetto coperto di Auschwitz. Là però Fritz e i suoi amici troveranno altri ragazzi ebrei che avevano occupato abusivamente la struttura, impedendo con ciò l'accesso a chiunque altro. In migliaia, chiusi all'interno di quello che per un giorno soltanto sarebbe potuto diventare il Maracanà dei 10 inseparabili commilitoni, si frapposero così tra Fritz e i suoi sogni. Approfittando del caos generato dal conflitto, questi figli di Giacobbe si erano ingiustamente impadroniti del territorio demaniale su cui prima sorgeva la moderna struttura ludica. E allora: la descrizione di intere zone di campo devastate dall'ostinata creazione di migliaia di fosse comuni (e l'autore ricorda come il solo Fritz assisterà, ormai vecchio e logoro, alla rizzollatura definitiva), le docce manomesse e gli spogliatoi devastati, i cadaveri nelle aree di competenza dei 2 portieri (Hans e Knut, descritti qui, con la loro rabbiosa incredulità, in uno dei passaggi più tragici dell'intera opera). Insomma la protervia della guerra che assale giovani uomini innocenti, colpevoli soltanto di non voler abbandonare le proprie comprensibili passioni. Eppure questi ragazzi, sgomenti di fronte all'ingiustizia subita, non potranno fare altro che annullare il loro incontro, tra le grida di scherno di rabbini, banchieri ed usurai. Una frattura insanabile che sarà capace di oscurare per sempre un'amicizia fino ad allora incrollabile e di segnare per sempre le loro vite future.
Le loro grigie camicie non si sporcarono quel giorno, i loro superiori non li dovettero riprendere per un ritardo che tutti invece si attendevano (dovuto magari a quella birra, consumata al pub discutendo del match, che Klaus, figlio di un ufficiale, era solito offrire agli altri). Tutto questo reso ancora più amaro dalla consapevolezza che fino ad ora nessuno aveva avuto il coraggio di raccontare questa storia "scomoda". Ora però il libro di Pansa arriva coraggiosamente a fare luce su questa terribile vicenda umana. E da adesso nessuno di noi potrà più dire: "Io non lo sapevo".

venerdì 20 giugno 2008

La vocazione ritrovata

Finalmente ho trovato la religione che fa per me! Tell your friends!!!!

martedì 10 giugno 2008

Scusate il ritardo

Questa notizia è vecchia, data più di due mesi, perciò porbabilmente già la conoscete. Ma è così gustosa....
Andrea Verde, un grande contabile

mercoledì 4 giugno 2008

È nata una stella

Sono stati giorni difficilissimi, lunghissimi. Per noi sinceri antiberlusconiani è stato un vero calvario. Abbiamo assistito sbigottiti alle innumerevoli lodi fatte al premier da quello stesso giornale che due anni fa invitava a votare contro di lui. Siamo caduti in depressione quando un giornalista che attaccava un esponente della maggioranza è stato assediato dai giornali dell'opposizione (e ci ha fatto pena il suo intervistatore che il giorno dopo si autoflagellava in cerca di perdono). Ci siamo chiesti che opinioni avessero di noi quando hanno spostato la spazzatura dai quartieri signorili di Napoli (dove ce n'era poca) per spostarla nelle periferie (dove già abbondava) annunciando esultanti la soluzione del problema rifiuti. Ci siamo sforzati di ridere quando, dopo aver sentito per mesi dire che un accordo con Air France sarebbe stata una svendita e che la soluzione era la cordata italiana, pochi giorni fa il premier se ne esce elogiando la proposta della compagnia francese.
Oddio, a passarcela male non siamo i soli. Da una parte i comunisti che si chiedono (era ora!) che senso abbia continuare ad esistere dopo tutte le cantonate prese nella loro vita. I veltroniani, in mezzo come due noti protagonisti dell'apparato riproduttivo maschile, cercano in tutti i modi di avere la benevolenza del neonato governo, facendo affidamento sulla parola di una persona che li prende per il culo da quasi vent'anni. Alla loro destra i dipietristi sanno che questo è il loro momento buono, ma si scontrano con le difficoltà del loro capo a farsi capire quando parla in luogo pubblico.

Per fortuna però, in questo clima che ci stava spingendo alla rassegnazione, la questione delle migrazioni ha lanciato alla ribalta una figura autorevole, che decidendo di opporsi frontalmente alle politiche dell'attuale governo, ha assunto a pieno titolo il ruolo di leader dell'opposizione:




Sì, lo so che non è il massimo, ma posso garantirvi che ora il mercato non offre di meglio. Ovviamente noi antiberlusconiani non siamo così ingenui da cadere nelle braccai suadenti del primo che passa, come fanno certe femmine tradite. Pertanto attendiamo il candidato leader dell'opposizione ad un nuovo banco di prova. Al prossimo Angelus ci aspettiamo un'arringa sul conflitto di interessi o un attacco alla presenza degli amici dei mafiosi nelle istituzioni.
Forza Benny!Facci sognare!

martedì 3 giugno 2008

L'uomo che non voleva andare a dormire

Sabato sera. Un messaggio giunge sul telefono cellulare del nostro protagonista. Viene invitato ad uscire per una bevuta, accetta benvolentieri. Sono le undici di sera e ha voglia di divagarsi e di lasciare al loro destino le zanzare di casa che fino a quel momento hanno banchettato con il suo sangue. Il nostro protagonista si reca ina piazza intitolata ad un celebre frate petulante dove un chioschetto è preso d'assalto da giovani uomini e giovani donne bramanti alcolici di vario genere. Il nostro protagonista si diletta a parlare dei suoi problemi accademici e ad osservare degli esemplari piacenti di giovani donne, limitandosi però all'osservazione, sia per timidezza sia per svogliatezza. Ad un certo punto il gruppo di amici si sposta in direzione di un'altra piazza, forse anche di un locale nel quale andare a ballare, prospettiva che però non suscita gli entusiasmi del nostro protagonista. Eppure, stoicamente, si piega alla regola della maggioranza e passa quasi un paio d'ore in una microdiscoteca nella quale ha la fortuna di potere ascoltare brani di musica rock degli anni '70-80, che vanno incontro ai suoi gusti un po' retrò. Alle quattro del mattino passate il gruppo si dirige da un venditore di kebab, dove tutti, eccetto il nostro protagonista si rifocillano. Al momento dei saluti il nostro protagonista va alla fermata dell'omnibus notturno, dove decide di attendere un quarto d'ora perché sembra non avere intenzi one di farsi il tragitto che lo separa da casa a piedi. Ma giunto alla fermata sotto casa, a questo punto son le cinque abbaondantemente passate e i suoi compagni di bisboccia sono tutti andati a letto, decide che non intende andare a dormire. Ha in mente un piano: ritornare in centro, fare colazione, una passeggiata in centro e poi tornare a casa per scrivere quella fastidiosa ricerca che deve portare a termine il prima possibile per poter dare l'esame. E appena raggiunta la fermata giusta scende e si dirige verso il forno abusivo. Per sua sfortuna il forno ha finito tutti i cornetti e il nostro protagonista di mangiare una pizzetta non ha proprio voglia. Le sei sono passate da pochi minuti e in due bar con serrande alzate a metà il nostro si sente dire la stessa risposta, ossia che l'apertura è prevista per le sei e mezza. Al terzo è più fortunato; prende due cornetti, alla faccia dell'avarizia, e ordina un caffè. Bevuto il caffè si reca con la busta dei cornetti in una piazza situata lì vicino e addenta i cornetti mentre i primi convinti raggi solari si infrangono sulla statua commemorante un dimenticato eroe del Risorgimento. Finiti i cornetti si dirige verso il corso centrale e la chiesa prinicpale. Il nostro protagonista sente alla gola un nodo forse dovuto all'umidità mattutina e si sorprende nel provare una gioia immensa nel camminare per la prima volta in certe vie senza doversi mettere a schivare la massa della gente, potersi per la prima volta permettere di osservare particolari di quella città che, nella fretta di tutti i suoi precedenti giorni aveva trascurato, come quella curiosa terrazza o quello splendido panorama. La colonna sonora di questa passeggiata è composta dal canto degli uccelli e dal rumore del camion degli spazzini. A un certo punto il nostro protagonista decide che è l'ora di tornare a casa, sia perché inizia a fare fatica a reggere la forza della luce del sole, sia perché le strade si stanno popolando e l'estasi si va conseguentemente attenuando. Rientrato a casa, decide, come aveva previsto di mettersi al lavoro. Accende il computer ed inizia a comporre il capitolo 2. Data l'ora e il gradimento che egli ha della materia la ricerca si traduce in un lavoro di copia-incolla dal libro. Per circa un'ora scrive alacremente. Poi, verso le undici del mattino viene svegliato dal suo coinquilino che bussa alla porta, il quale avendo intravisto i raggi solari dal di sotto della porta si era convinto che il nostro protagonista fosse sveglio. E così si chiude la novella dell'uomo che non voleva andare a dormire.