venerdì 28 marzo 2008

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mercoledì 19 marzo 2008

Il blogger non ispirato

Si alza la mattina. Mentre prepara il caffè volge il suo sguardo alla finestra sperando di carpire nel mondo che circonda la sua casa un'immagine, un suono, un accadimento che stimoli la sua immaginazione. Ma non lo trova. Mestamente spegne il fornello, versa il caffè nella tazzina e inizia a sgranocchiare dei biscotti. Una volta lavati i denti si veste, pronto per uscire, visto e considerato che un'altra giornata faticosa lo aspetta. Esce e, con spirito ottimista, inizia a sfogliare uno di quei giornaletti gratuiti che si trovano in città, che tante altre volte gli hanno fornito quella scintilla che lo porta a scrivere qualcosa. Ma stavolta non va come egli crede, le notizie che legge non lo divertono, non lo indignano, non lasciano alcun segno. Gli scivolano via, senza stuzzicarlo come egli vorrebbe. Non che faccia una brutta vita. Ha dei buoni amici. Non è traviato da problemi sentimentali o familiari o di salute. Tuttavia un problema, apparentemente insignificante agli occhi di chi gli sta intorno lo attanaglia. Ha un blocco. Non riesce più a scrivere qualcosa che piaccia ai suoi stessi occhi. E se ne duole. Ricorda quando era compiaciuto di sé stesso perché poteva tenersi da parte un pezzo che sarebbe stato buono anche qualche giorno dopo. La sua giornata procede tra lezioni e studio. Eppure questo pensiero lo attanaglia, quasi come un presagio di sventura. Mano che scorre la giornata cresce in lui un senso di impotenza, come se il tempo disponibile stesse finendo, una Cenerentola del web che deve sbrigarsi, altrimenti la mezzanotte si avvicina e con essa la fine dell'incantesimo. Torna a casa. Sente nelle tempie il peso di una giornata fatta di studio, di smog, di autobus ritardatari e di cattivo cibo della mensa. Accende il computer e apre il suo blog. Vede l'ultimo post ancora lì, un monolite inamovibile, ormai un incubo che ricorre nella sua mente. Spegne il computer. Pensa che passerà, ma non ne è convinto del tutto.

La mattina seguente il blogger si alza sentendo in sé una ritrovata fiducia. Scrive qualche riga e pensa di essere finalmente riuscito a inventarsi qualcosa di bello. Ai posteri l'ardua sentenza.

martedì 11 marzo 2008

Ti amo, ti amo, sì ti amo...

Tra un mese e due giorni si va alle urne. Uno dei temi sui quali più si insiste è quello della nuova politica, ossia di una realtà nuova, nel quale il linguaggio della politica non si presta più a insulti, a sparate estremistiche e, soprattutto, si cerca di porre fine a quella logica per cui ogni voto in più è buono, anche quelli dei nostalgici del duce, come quelli del sindacalismo rivoluzionario. La sintesi di questa serie sboccaciati paroloni è: ci siamo dati una ripulita. Tanto che quando sabato Sivlio B. ha deciso di strappare un foglio di carta in un comizio, tutti i suoi avversari hanno reagito dicendo che "così non si fà". La cosa curiosa è poi che il giorno dopo Giuseppe Ciarrapico se ne esce con un intervista, in cui rivela che non rinnega il fascismo. In base a quanto detto fino ad ora sarebbe dovuta partire dai veltroniani (questa strana razza aliena) una reazione ancora più indignata. E invece? Poche parole, quasi che fossero stati colti da un attacco improvviso di mutismo. Tant'è che le uniche reazioni davvero sdegnate sono quelle della Nirenstein (esponente ebrea del PDL) e di Bossi (che è razzista, non fascista). E vabbè. Nessuno però che abbia avuto reazioni quali: "Ancora Ciarrapico?" "Ma con quello che ha fatto ancora parla?". Anche la voce di wikipedia in merito non è oggi come oggi molto esaustiva. Chi è Giuseppe Ciarrapico?
Una risposta esauriente a questa domanda lo dà il seguente filmato, relatori gli Elio e le storie tese.
Ti amo, ti amo, sì ti amo...

lunedì 10 marzo 2008

E questo lo chiamate scherzo?

Cari miei, di Filini ce n'è uno solo!

mercoledì 5 marzo 2008

Imprecisioni linguistiche

Mi sono appena reso conto di un imperdonabile errore della parlata arceviese. Prendete la frase Sono andato (o vado o andrò, è uguale) a Lipsia. Confrontatela poi con la proposizione Sono andato all'IPSIA*: ebbene, in dialetto arceviese esse suonano rispettivamente:

So' ggido a Llipsia (si pronunciano cioè due elle, mentre se ne scrive una) e

So' ggido a l'Ipsia (si pronuncia una elle, mentre se ne scrivono due).

Non riesco a capacitarmi di questo inaccettabile paradosso. Fortuna che di solito gli arceviesi non vanno in Sassonia, il che abbassa le possibilità di incorrere in un deprecabile qui pro quo.

*Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato.

Sia vero o no, merita

Sabato sera mi è stato raccontata questa storia. Mi è stato detto che è successa realmente ad un anziano signore di Sassoferrato. Io ne dubito. Tuttavia, essendo veramente bella, ho deciso di raccontarvela.

All'Ufficio postale

Un anziano signore si reca alla posta per spedire un vaglia (mi sembra, nda).
Anziano (o vecchio se preferite)- Devo mandare un vaglia.
Signorina dell'Ufficio postale - Ok deve compliare questo modulo. Torno tra un attimo.

La signorina, data carta e penna all'anziano utente, si assenta un paio di minuti, per poi tornare allo sportello. Una volta tornata osserva che il signore, oltre a non avere scritto niente, sta osservando il modulo con aria dubbiosa, forse anche arrabbiata. La signorina gli si avvicina per aiutarlo.

Signorina- Allora, l'ha compilato?
Anziano- No, l'ho con Cristo!

martedì 4 marzo 2008

Analisi delle provenienze 4.2 (Ho premuto invio per sbaglio)

il mio cane anziano non trattiene le urine
il nazzismo
il pene di kaka
luca capomaggio
mi sono alzato ed avevo un segnale di gesu
picchia la moglie bibbia
pocciolo wikipedia
racconto di un cane e le orecchie a sventola
scoparla a passo di cane
simonetta bacchi
stracchini ungheresi

So che non sembra, ma ho censurato molte delle cose più perverse.
Arrivederci ad Aprile

Analisi delle provenienze 4 -Short version

Febbraio 2008

Blatte germaniche
aaa altrui
come fare una segha
"a rama de moro"
"massimo delle donne"
aglio sul glande
cazzo inserito in vagina da passeggio
celare completamente win ubuntu
che vuol dire farsi una sega
ciabatte masturbazione
come fare una sega mentre si è al cinema
come si effettua una sega
come si fa una sega ? e in che situazione ?
come si fanno a fare le seghe (con il pene
cotone liquido
diamanti alle tette
fatti la doccia perche puzzi
foto della fregna di michela brambilla
frasi di augurio per settantenni
gabibbo yu tube
gigi non c'è a prescindere dai motivi per i quali non ha partecipato,

sabato 1 marzo 2008

www.ansa.cani.it