L’arabista ormai esperto e navigato, avvicinandosi il giorno del ritorno nelle natie Marche, ricorda con malcelata nostalgia i primi passi della sua esperienza siriana.
Come ad esempio quella fredda sera di novembre in cui, entrando in un modesto negozio nel cuore della vecchia Damasco, regalò all’ignaro venditore momenti di assoluta poesia.
Arabista: “Buonasera, mio signore”
Venditore: “Buonasera a te, cosa vuoi?” (1)
A: “Dammi una fica"
V: “Sono spiacente, credo di non aver capito”
A: “Voglio la fica”
V: “Mi scuso di nuovo, cioè?”
A: “Cioè...Presso di lei c’è fica?"
5 SECONDI DI NERVOSA QUIETE
A: "Fica, fiche. Sai, cioè sono a casa con degli amici, se per caso hai sei o sette fiche, cioè affinché possiamo bere da esse”
V: “Ahhh…ok. Ti ho capito. Vuoi dei bicchieri!”
A: “Ah si certo dei bicchieri, cioè dammene pure sei o sette, sono con degli amici”
V: “Un secondo e sarà fatto”
A: “Grazie mille”
V: “Ehi ragazzo, di dove sei?”
A: “Italiano”
V: “Benvenuto a Damasco”
A: “Grazie mille”
V: “Ecco i bicchieri per te, e ricordati ragazzo: cioè, bicchiere al singolare e bicchieri al plurale. L’altra che hai detto è una parola con un significato...cioè...non buona"
A: “Ah, sono molto spiacente, studio arabo soltanto da poco tempo. E’ una lingua molto difficile, in arabo, cioè, esistono davvero tante parole”
V: “Si lo so. Ma, a Dio piacendo, in futuro la parlerai sempre meglio”
A: “A Dio piacendo” (2)
V: “Prego, sono trentacinque lire”
A: “Dieci, venti, venticinque, trentacinque. A lei."
V: "Che Dio benedica le tue mani. Benvenuto a Damasco"
A: "Grazie mille. Ah, sono spiacente, solo un’ultima cosa. I bicchieri, cioè, me li puoi mettere nella fica?” (3)
1) In arabo, esattamente come in inglese, non esiste l’uso del “Lei” come forma di rispetto.
2) L’espressione araba “Insciallah” trova il suo perfetto corrispettivo in questa tipica formula marchigiana, ancora diffusa tra i nostri conterranei più anziani e tradizionalisti.
3) In arabo classico “Ka's-Ku'us” sono rispettivamente il singolare ed il plurale fratto della parola bicchiere. “Kiis” significa busta. L’eventuale omissione da queste parole delle loro rispettive vocali lunghe o l'errata pronuncia dell'hamza (occlusiva glottale determinante appunto il cosiddetto "glottal stop") le rende del tutto simili alla parola dialettale siriana indicante l’organo genitale femminile.
mercoledì 7 maggio 2008
Memorie di un arabista
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4 commenti:
Deve essere stato una figata quando l'hai scoperto...
Secondo me l'espressione più simile e più usata dai nostri conterranei anziani è:"Se Dio vole"
In Messico si dice, "Primero Dios".
Poi c'è "ojalà" (l'accento ovviamente va verso destra, ma la tastiera è quella che è), derivato da "insha'Allah", ma fossilizzato a significare, "speriamo".
Grande ritorno srconnection, bellissimo post. Da molto tempo non ci vediamo, spero di vederti al più presto, così potremmo brindare con paio di fiche di vino
nicco sei sempre più imbranato.
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