Allora, partendo dalla franchissima ammissione che probabilmente in cuor mio sono del tutto contrario ad ogni forma di divorzio, cercherò di analizzare nel modo più distaccato possibile questa notizia uscita pochi giorni fa. Mi ha fatto riflettere e sinceramente ancora non ho capito nemmeno quale sia la mia idea definitiva.
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/gay-divorzio/gay-divorzio/gay-divorzio.html
Per riassumerla brevissimamente: si parla del divorzio dei primi due gay italiani convolati a nozze (in Francia nel 2004).
Ok mettiamo innanzitutto dei paletti: cercherò di tenere fuori da questo discorso (titolo a parte) ogni forma di discriminazione, di razzismo, di differenziazione, anche di velata ironia.
La mia domanda è una sola: in certi momenti non bisognerebbe porre l'interesse generale di fronte a quello particolare?
So benissimo che una storia d'amore, un matrimonio "...resta comunque un fatto privato come privati sono e devono restare i sentimenti", come dichiarato da uno di loro.
Ma è comunque impossibile non pensare alla valenza generale del loro gesto.
Sono il primo ad esserne consapevole: chi attaccherà o strumentalizzerà la loro sarà in realtà un bigotto ipocrita, che non vedeva l'ora di poter riaffermare"i valori tradizionali da contrapporre alla innaturale unione di due persone dello stesso sesso, osteggiata da tutte le religioni del mondo e con esse da ogni persona di buon senso".
Eppure sono anche il primo a pensare che avrebbero fatto mille volte meglio a non sposarsi, a evitare di mettersi a quel tempo sotto i riflettori, a farsi portavoce di una fetta di popolazione che ora probabilmente li sta maledicendo.
Certo, ogni uomo è libero di fare ciò che vuole, fino a che non danneggia un altro uomo.
Ma la loro totale irresponsabilità mi sembra un insulto proprio verso chi magari oggi sta lottando per i diritti di quella minoranza di cui loro stessi fanno parte. Battersi per qualcosa significa sacrificare anche una parte di se per coloro che potranno poi beneficiare delle nostre conquiste, significa esporsi (cosa che i 2 hanno fatto anche troppo bene) consapevoli però che da quel momento in poi sarebbero stati "osservati speciali". E' come se Gandhi fosse stato beccato a picchiare il vicino di casa, come vedere le foto di Bobby Sand sbrodolarsi in un Burger King.
Questo è il punto: la "seconda coppia gay d'Italia" avrebbe potuto divorziare (anzi deve averne il diritto, devono valere per loro esattamente gli stessi diritti delle coppie etero), ma loro no.
Ok, il tuo compagno non ti piace più? Te ne fai una ragione, dormite in letti separati, fate in modo di cambiare città e di non incrociarvi mai più. Ma abbiate la decenza di sacrificare il vostro interesse particolare a tutela di quelli che vorrebbero un giorno poter vivere la vostra stessa esperienza (anche con divorzio incluso, in caso).
A maggior ragione un ragionamento del genere dovrebbe essere compreso da chi, come i due novelli ex coniugi, fa parte di una minoranza. Infatti, anche per esperienza personale, i due dovrebbero sapere benissimo che se in una società ognuno cura il proprio di interesse, senza minimamente considerare quello degli altri, i primi a farne le spese saranno proprio coloro che in questa società si trovano in una condizione minoritaria.
La questione famiglia-divorzio-matrimoni gay, poi, è talmente complessa che avrebbero dovuto usare mille volte più cautela.
Per concludere non voglio certo scrivere "finocchi di merda potevate stare a casa quel giorno a compiere le vostre immorali pratiche sodomitiche invece di tutta questa pagliacciata", ma sarebbe comunque bastata la conoscenza delle sempre valide teorie Lombrosiane per capire che questi due, come apripista, come simboli, avrebbero fatto più danni che altro.
sabato 13 settembre 2008
FROCI COL BOTTO
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6 commenti:
Qui si casca dalle nuvole...ma davvero si crede che se gli omosessuali si sposano loro sono così migliori degli sporchi eterosessuali (chiamasi razzismo alla rovescia) da non divorziare mai? Le coppie, etero o gay che siano possono durare tutta la vita o (soluzione più comoda) fino a quando se ne ha voglia. Matrimonio gay deve voler dire anche la separazione e il divorzio gay, altrimenti è una pagliacciata, buona per il sempreverde clan dei bigotti all'italiana (Cosimo Mele per intenderci) per potere dare la colpa di tutto agli invertiti.
Il fatto che i due preferiscano dedicarsi alle telecamere anzichè alla sodomia potrà anche apparire di cattivo gusto, ma non è il problema fondamentale.
So bene che etero ed omo condividono vizi e virtù e devono naturalmente condividere anche diritti e doveri. Il mio era un discorso riguardo ai simboli, alla lettura mediatica che si poteva dare di tutta la faccenda.
Caro SRC condivido la tua interpretazione: il fatto che due goffi esibizionisti si faranno mangiare vivi da giornalisti avvoltoi è sicuro. Solo che io penso che il problema non siano i goffi, ma gli avvoltoi
Il problema siete voi che vi cibate degli avvoltoi!
AHAH!
E' proprio il caso di dire che ve l'ho messo nel culo! OPS!
Caro metalmeccanico, la tua mi pare sinceramente una lettura troppo assolutoria per quanto riguarda i finocchi.
Non preoccuparti tamas, arriverà anche per me il giorno che visibilmente paonazzo andrò con un crocifisso in mano a picchiare gli invertiti (e magari già che ci sono anche i bingo bongo e i dromedari)
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