Come faceva per antica consuetudine ogni sabato pomeriggio, il sindaco di Monte San Vito, geom. Piermario Sbalestrati, era lì che si masturbava davanti a videocassette sgranate di maggiorate polacche; quando improvvisamente decise di agire in maniera forte contro il razzismo. Senza smettere di trastullarsi, telefonò all’Ufficio Anagrafe del suo comune e ordinò che tutti i residenti fossero considerati negri. L’impiegato non fece una piega, anzi; tirò immediatamente fuori la propria carta d’identità e alla voce segni particolari aggiunse appunto “negro”. Per dare l’esempio alla popolazione, ancora un po’ stupita da quella repentina negritudine, il giorno seguente Sbalestrati ordinò al tam tam (ex apetto con altoparlante) municipale di radunare tutti sulla piazza principale. Qui si tenne una toccante cerimonia, nella quale il sindaco rinunciò al suo nome da schiavo e assunse quello africano di Nzumbu. Per non essere da meno, anche il capogruppo dell’opposizione volle imitare il carismatico leader monsanvitese e da Elio divenne Bogango Massaccesi. Nel giro di due mesi la totalità degli abitanti di Monte San Vito risultò essere formata da negri con la pelle rosa chiaro. Ben presto emersero le prime tensioni razziali con gli abitanti dei paesi vicini, incuriositi ma anche un po’ impauriti dai giovani monsanvitesi con le loro macchine dalle sospensioni idrauliche e i loro vestiti oversize dai colori vivaci: una ragazza di Belvedere Ostrense, dimostrando che l’amore vince anche sulle divisioni etniche e che esiste una sola razza umana, sfidò l’anatema del padre (“Mai! Finché sarò vivo io, mai mia figlia sposerà uno sporco monsanvitese!”) e convolò a giuste nozze con un giovane light coloured, Bizimbu Sorcinelli, dal quale ebbe una coppia di gemelli, i quali furono subito considerati “i mulatti più chiari della storia”. La cerimonia di nozze fu allietata dall’esibizione di un coro gospel con accento chiaravallese. Ma non tutto filò così liscio: nelle pericolose viuzze medievali di Polverigi, un neonegro monsanvitese dai capelli rossi sfuggì per poco ad un’aggressione di stampo razzista; mentre durante l’atteso derby di seconda categoria tra i bianconeri del Monsano e i giallo-rosso-verdi (in onore alle loro radici rasta) dell’Africa Unite MSV, questi ultimi furono più volte fatti bersaglio di lugubri ululati e lanci di banane. Questo gesto vandalico per poco non uccise il portiere ospite, Mugabu Luzi, che stupidamente continuava a raccogliere e a mangiare l’appetitoso frutto; finché una sdolorata non lo mise fuori combattimento. Va detto che non tutte le conseguenze dell’iscurimento della popolazione monsanvitese furono così drammatiche: ad esempio, capitò sovente che alcune ragazze si avvicinassero ai giovani del luogo con l’unico scopo di controllare la verità del luogo comune secondo cui i monsanvitesi ce l’hanno come una zanna di elefante. Si disse anche che i monsanvitesi avevano il ritmo nel sangue; d’altronde, osservando le loro gare di break sull’asfalto di periferia, non era lecito dubitare. Quest’equilibrio fragile si mantenne finché nel vicino paese di Agugliano le elezioni non furono vinte dal PANDA (PArtito Nazista Di Agugliano), che aveva come punto principale del programma l’eliminazione dalla madrepatria marchigiana dell’ennesima provocazione dei negri. La spedizione punitiva avvenne un sabato pomeriggio, ma le tribù monsanvitesi non ebbero paura; armate solo dei loro machete e degli scudi in legno coperti di pelli di zebra e gnu (frutto di un colpo di mano allo Zoo di Falconara), esse, guidate dal loro capo Sbalestrati che sfoggiava una pelle di leopardo, si accinsero a respingere le ben equipaggiate truppe coloniali aguglianesi sul ciglio di una dolce collina marchigiana.
Fortunatamente, la notizia dell’imminente scontro giunse alle orecchie dei vigili urbani di Chiaravalle; questi avvertirono la Provincia di Ancona. Bastarono otto cantonieri su due Fiat Ritmo per disperdere gli eserciti contrapposti. Ma sarebbe illusorio pensare che il problema del razzismo anti-monsanvitese si sia chiuso qui.
mercoledì 23 maggio 2007
Ci fa una sega denzel washington, a no'
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4 commenti:
Jovanotti deve scegliere :-D
CIAO!!!
ma che c'hai contro monte san vito?guarda che non è male...
A me piacciono sia Monte San Vito che i negri, a dire il vero.
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